Viviamo un’epoca in cui l’«assolo» sembra prevalere decisamente sul «vivere corale». Sebbene si sia ormai affermata la necessità di prendersi cura dei beni comuni, risulta però impossibile tutelarli senza fare appello a quelle virtù che riducono le pretese del singolo a favore dell’armonia dell’insieme.
Carlo Ossola ci accompagna in un viaggio che è anche un dialogo con alcuni maestri delle «piccole virtù», esponenti del pensiero e della letteratura: da Cicerone e Lucrezio ad Alessandro Manzoni e Victor Hugo, da Carlo Goldoni a Giacomo Leopardi, da Emily Dickinson a Wisława Szymborska, da T.S. Eliot a Georges Bernanos.
Guida ideale lungo il percorso è il trattato settecentesco – che fa da appendice al volume – in cui Giovan Battista Roberti, compendiando secoli di civiltà europea, descrisse le «virtù sociali, utili a chiunque vive in società di altri viventi razionali».
Nella consapevolezza che ricercare e praticare queste virtù non è altro se non, citando sant’Agostino, «scorgere in un fatto modesto i concetti comuni delle piccole come delle grandi realtà».