Luigi Dallapiccola è uno dei più grandi compositori del Novecento: la sua è stata una figura guida per tutta una generazione, da Luigi Nono e Luciano Berio, fino ai compositori americani ed europei. In lui si fondono il rigore del sistema dodecafonico e il recupero dei massimi valori della tradizione musicale e umanistica italiana.
È, a tutti gli effetti, uno dei quattro padri della dodecafonia, insieme a Schönberg, Berg e Webern. Nato a Pisino d’Istria il 3 febbraio 1904 e morto a Firenze il 19 febbraio 1975, Dallapiccola vive in prima persona le sofferenze legate alle due guerre mondiali: nel corso della prima subisce l’internamento a Graz con la famiglia, nel corso della seconda deve sopportare le persecuzioni razziali contro la moglie Laura Coen Luzzatto. Tradurrà in opera d’arte i grandi drammi vissuti personalmente.
Il suo percorso dodecafonico, intriso d’una profonda ricerca spirituale, si svolge nel segno di una importante produzione teatrale, con due opere in un atto (Volo di notte e Il Prigioniero), un balletto (Marsia), una sacra rappresentazione (Job), e infine Ulisse, che racchiude il suo magistero musicale e spirituale. Dallapiccola è legato, sin dal suo arrivo a Firenze, al Conservatorio “Luigi Cherubini”, in cui fu allievo negli anni 1923-1932 e docente dal 1934 al 1967. Particolarmente intenso anche il suo rapporto con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino dove, dalla prima edizione del 1933, i suoi lavori sono presenti in ogni stagione, quasi senza interruzione, fino al 1996.
Dopo la sua morte sono stati costituiti a Firenze due “Fondi Dallapiccola”, all’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del Gabinetto Vieusseux e alla Biblioteca Nazionale Centrale. Oggi, a oltre cento anni dalla nascita, la sua musica è universalmente riconosciuta come una delle pietre miliari del Novecento.
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