Nei sistemi politici a competizione bipolare, l’opposizione può tornare a vincere se si verificano due condizioni: una crisi di consenso della maggioranza e un più elevato livello di favore alla proposta alternativa. Pdl e Lega, nelle elezioni del febbraio 2013, hanno perso un voto ogni due conquistati nel 2008. Perché il Pd non è riuscito a sfruttare un’occasione tanto favorevole?
La tesi di Enrico Morando e Giorgio Tonini, protagonisti della prima ora dell’esperienza del Pd, è che Pier Luigi Bersani abbia attestato il partito su una linea troppo identitaria e conservatrice per diventare maggioritaria. In questo libro propongono quindi gli ingredienti di una possibile “Agenda 2020 per l’Italia” e discutono le radicali innovazioni di cultura politica, di leadership e di assetto organizzativo necessarie per consentire al Pd di guidarne la realizzazione. Tre i cardini del progetto: ridurre la disuguaglianza, abbattere il debito pubblico, tornare a crescere. La pretesa di perseguire uno solo di questi obiettivi, a scapito o semplicemente a prescindere dagli altri due, ha condannato fino ad oggi al fallimento i governi che si sono misurati con la crisi italiana.
Per uscirne, serve una leadership popolare ma non populista, determinata e autorevole; un partito a vocazione maggioritaria, proiettato alla conquista di nuovi consensi; un programma che sappia guardare agli interessi delle generazioni che verranno, fuori dalla dittatura dell’emergenza. Su tutto ciò è chiamato a decidere il congresso del Pd. Se cambia il Pd, potrà cambiare il paese. E gli italiani potranno fare la loro parte per realizzare gli Stati Uniti d’Europa.