L'anima del Führer

L'anima del Führer

Il vescovo Hudal e la fuga dei nazisti in Sud America

pp. 216, 1° ed.
978-88-317-2091-5

Le ragioni della chiesa cattolica e quelle del nazionalsocialismo si incontrarono a Roma, durante gli anni Trenta e Quaranta, nella persona di un vescovo austriaco: Alois Hudal. Fu lui, con la collaborazione del Vaticano, a organizzare le fughe in Sud America di numerosi gerarchi nazisti, compresi i più efferati criminali di guerra, ma anche di semplici combattenti tedeschi ricercati dagli Alleati. Attorno a questo singolare personaggio, anche a causa della sua delicata posizione, la storiografi a ufficiale ha steso finora un velo d’ombra: ma le ragioni del suo agire emergono dagli scritti, ormai quasi introvabili. Perché monsignor Hudal coltivava un progetto insieme visionario, utopistico e folle: cristianizzare il nazionalsocialismo, utilizzarlo come una barriera di fronte all’ateismo sovietico e salvare addirittura l’anima di Hitler. Il progetto politico fallì, ma i più grandi criminali nazisti, grazie a lui e ai suoi collegamenti col Vaticano e la Croce Rossa, riuscirono effettivamente a lasciare l’Europa. La sua storia si intreccia a un certo punto con quella della città prussiana di Königsberg, appena conquistata dai sovietici, quando un soldato russo d’origine tedesca viene incaricato di indagare a Roma sull’operato del vescovo. Per farlo deve fingersi un nazista in fuga, bisognoso d’aiuto. L’incontro avviene, e produce un effetto: in Hudal insinua il dubbio che la pietà cristiana alla fi ne non possa ignorare le ragioni della giustizia; nella spia sovietica che torti e ragioni dei vincitori e dei vinti siano, alla prova dei fatti, labili e mendaci. Sullo sfondo, i dolori paralleli di Roma e Königsberg e gli interrogativi principali sul senso della misericordia, sui pericoli dell’autoinganno, sulle ragioni dell’amore e della verità.

Autore

, giornalista al «Corriere della Sera», è autore di saggi e romanzi. I temi conduttori della sua opera sono la ribellione contro il potere ingiusto e l'autoritarismo, la libertà di comunicare, il coraggio di amare. Alcuni dei suoi libri sono dedicati al mondo degli intellettuali e alla comunicazione (Il Grande Cervello, Le notizie del diavolo), altri ai valori e agli ideali (Il fantasma della libertà), altri ancora al dibattito delle idee (Arrembaggi e pensieri, conversazione con Enzo Bettiza). Nel romanzo surreale Teste a pera e teste a mela l'accento cade sugli aspetti assurdi e inumani insiti in ogni pretesa ideologica. Con Marsilio ha pubblicato La morte rossa. Storie di italiani vittime del comunismo (2004, due edizioni); La via del Che. Il mito di Ernesto Guevara e la sua ombra (2007); Musica per lupi. Il più terribile atto carcerario nella Romania del dopoguerra (2010, due edizioni).