L'inferno è una buona memoria

L'inferno è una buona memoria


pp. 112, 2° ed.
978-88-317-2990-1
Quanto somiglia Cabras, Sardegna, paese natale di Michela Murgia, ad Avalon, Britannia, luogo mitico legato a Re Artù? Come Morgana, Igraine e Viviana, le “Signore del Lago”, hanno il potere di sollevare le nebbie con le loro parole, influenzare e curare le vite dei cavalieri della Tavola Rotonda, così Michela Murgia, nata in mezzo alle acque di Cabras, ha il potere di sollevare le nebbie intorno alle storie e alle idee che stanno alla base dei suoi romanzi e dei suoi saggi: la versione delle donne, la versione degli uomini, la versione di Dio. In un viaggio che comincia in mezzo al mare e in mezzo al mare ritorna, Michela Murgia, una delle maggiori scrittrici italiane, racconta come e perché è diventata femminista, come e perché ha cominciato a temere le gerarchie religiose, come e perché non ha mai smesso di giocare di ruolo nel mondo magico di Lot, come e perché certi libri che ci hanno fatto crescere, in effetti, li abbiamo mangiati più che letti, e soprattutto come e perché creare ogni giorno il mondo che ci circonda è un gesto politico.
 

Autore

(Cabras, 1972 – Roma, 2023), scrittrice e saggista, intellettuale militante, conduttrice radiofonica e televisiva, nel 2006 ha esordito con Il mondo deve sapere (Isbn Edizioni), il diario tragicomico di un mese di lavoro. Fra le altre cose, ha pubblicato il romanzo Accabadora (Einaudi 2009, premio Campiello 2010), Ave Mary (Einaudi Stile libero 2011), Chirù (Einaudi 2015), God Save the Queer (Einaudi Stile libero 2022), Tre ciotole (Mondadori 2023) e Dare la vita (Rizzoli 2024).