Con questo romanzo, dapprima dimenticato e poi divenuto testo sacro del femminile, si retrodata l'inizio ideale della modernità: più di D.H. Lawrence la Chopin conduce qui una raffinata investigazione dell'eros, come la Woolf indica i percorsi tormentati della realizzazione di sé della donna, e prima di Hemingway impone alla pagina essenzialità di stile e di visione. Il paradigma ottocentesco della storia di adulterio si traduce in una analisi del corpo femminile nelle sue infinite accezioni, in un risveglio dei sensi, tra incanti visivi e sonori, e nella pacata consapevolezza del disagio o della rivolta nei confronti di modelli comportamentali, femminili e non, imposti dal contesto sociale. Tra seduzione e disagio, la morte ricercata della protagonista esalta, nega, e si fa complementare a quella di Emma Bovary o di Anna Karenina, spalancando l'abisso del nulla, ma nel trionfo erotico della protagonista. Vittima o vincitrice? Nella magia narrativa e linguistica di Il risveglio si cela la risposta che forse non c'è.