"Il libro si rivolge a chi vuole nuovamente porsi delle questioni di fondo su Venezia e sul suo destino e riflettere sugli obiettivi e sulle scelte che gravitano intorno alla città che Le Corbusier aveva sempre assunto come il "modello" di riferimento per lurbanistica contemporanea".
Scritto da uno degli architetti che lavorò nellatelier aperto da Le Corbusier a Venezia per completare la fase conclusiva del progetto per il nuovo Ospedale civile della città - mai realizzato - , il libro è una testimonianza di prima mano sulla genesi, lo sviluppo e le vicende legate alla storia di un progetto che dalla critica è stato più volte definito come il testamento del grande architetto. Petrilli non si limita tuttavia allanalisi del solo progetto ma lo colloca nel più ampio profilo dellopera di Le Corbusier ripercorrendone le idee che egli aveva su Venezia (già visitata una prima volta nel 1907), sullorganismo in rapporto alla città e sulla continuità di alcuni temi centrali della sua architettura. Il volume comprende anche una lung a intervista inedita a Guillaume Jullian de la Fuente, larchitetto cileno che attualmente vive a Boston negli Stati Uniti e che lavorò con Le Corbusier dalla metà degli anni cinquanta contribuendo anche al concepimento e alla stesura del progetto per lospedale di Venezia.
Amedeo Petrilli si è laureato in architettura alla fine degli anni sessanta; nel 1965 entrò nellatelier che Le Corbusier aveva aperto a Venezia per completare il progetto dellospedale. Ha continuato poi la sua esperienza a Parigi nellatelier di Guillaume Jullian de la Fuente e, a metà degli anni settanta, ha aperto uno studio a Como. Autore di scritti sullarchitettura contemporanea, è stato vicedirettore della rivista "Spazio e società". Ha insegnato alla University of Pennsylvania a Filadelfia, ha tenuto lezioni allEcole Polytechnique di Losanna ed è stato visiting critic in molte università americane. Attualmente svolge la sua attività professionale a Milano.