"Gli uomini sono tanti, ma si dividono solo in due categorie: i coraggiosi, gli uomini prodi, e poi i grandissimi vigliacchi". I "padri" di Romana Petri appartengono per lo più alla seconda categoria, con un’unica, superba eccezione, quella di un uomo "bello e coraggioso come un eroe di un romanzo d’avventure": suo padre. I "padri degli altri", invece, non sono così saggi e giusti, bensì subdoli e spregevoli, nel migliore dei casi vili, comunque deboli. E sono veri, lei li ha conosciuti, e quando non è stata lei a incontrarli, ha raccolto le immagini che altri le hanno raccontato. Immagini di padri narcisisti e autoritari, di figli maltrattati, di madri che rimangono nell’ombra, ferite che non si rimarginano, rancori mai sopiti. Figure contraddittorie, fino a qualche tempo fa i padri hanno rifiutato il contatto fisico con i propri figli, e proprio questa distanza fisica, l’assenza di paradigmi affettivi e la paura di esprimere i propri sentimenti sono gli elementi che generano incomprensione, ma anche gli ingredienti con i quali i maschi sono stati allevati per sentirsi "uomini veri". E così ci sono stati dei padri orrendi che hanno seccato la psiche di molti figli con violenze fisiche e psicologiche, con abbondanza di freddezza e ingiustificate punizioni. Questo libro è un piccolo risarcimento ai figli dolenti, alle loro insormontabili paure, silenzi e solitudini, anche se solo i figli sapranno riconoscersi nelle miserie raccontate, perché il male e le crudeltà sono sfrontati e non conoscono l’arte del pentimento. Questo libro è soprattutto una certezza di vita migliore per i figli di questi figli.