"Gli piaceva il calcio. Per questo, quando a sei anni ha lasciato il suo villaggio nel deserto, Alì era contento: perché il deserto è pieno di sabbia e nella sabbia il pallone non rimbalza. Se non è diventato un campione come Baggio è perché nella vita le circostanze contano più dei sogni di un bambino. Però ha visto il mondo e se lo porta dietro sotto forma di un mappamondo che di notte gli serve da abat-jour. Durante il suo viaggio ha chiesto l’elemosina per conto di un cugino che aspirava a diventare ‘guerriero dell’Islam’, ha lavorato in un circo, ha fatto il pizzaiolo in una città irta di grattacieli. Quando, a sedici anni, addetto a una pompa di benzina, ha un amore con una misteriosa visitatrice notturna, ignora di rivivere, a suo modo, l’antica favola di Amore e Psiche. Come a ogni essere umano, tutto gli accade per la prima volta, e Alì lo affronta con candore e coraggio. Benché non venga detto chiaramente, è probabile che abbia perso la fede d’origine, ma sposa un’occidentale per la quale il burqa si trasforma in simbolo di libertà, e a diciotto anni scopre i libri e diventa ‘filosofo autodidatta’. Leggendo queste pagine il lettore dimenticherà gli stereotipi di giornali e talk-show e, chiuso il libro, gli sembrerà di aver gettato, sulle cose di cui tutti parlano e discutono, uno sguardo che nessuno aveva gettato prima. Come nei suoi libri precedenti, Mariotti si conferma in Storia di Alì il più imprevedibile dei nostri scrittori.