In Italia, più che altrove, lautomobile non ha rappresentato soltanto un mezzo di locomozione e un prodotto della tecnologia capace di rivoluzionare i trasporti terrestri, ma è stata attrice della trasformazione sociale, simbolo, allo stesso tempo, di libertà, indipendenza, benessere e progresso. Nel secondo dopoguerra, mentre la televisione abbatteva le barriere linguistiche, lauto accorciava le distanze fisiche trasformando gli italiani in meno di ventanni da "poeti, navigatori e santi" in moderni e grintosi automobilisti mal disposti a spostarsi senza la loro macchina. Una trasformazione epocale che muta radicalmente il nostro stile di vita: nel recarsi al lavoro, nello spostarsi allinterno e allesterno delle città, nellaccompagnare i figli a scuola, nel fare la spesa, nel tempo libero Ma una trasformazione epocale che sta anche cambiando di segno: negli incredibili ingorghi stradali causati dallinadeguatezza della rete viaria, nei centri storici deturpati dalle auto in sosta, nellinquinamento atmosferico, nei danni inferti al paesaggio da infrastrutture spesso inutili, mal progettate e sovradimensionate. Una storia critica dellItalia a quattro ruote, letta non più dal punto di vista delleconomia e dellindustria ma dal punto di vista sociale, del costume, dei comportamenti.
Federico Paolini (Firenze, 1972) è assegnista di ricerca presso lUniversità di Siena dove collabora con le cattedre di Storia sociale e di Storia contemporanea. Fa parte del Centro interuniversitario per la storia del cambiamento sociale e dellinnovazione (ciscam), è socio della Società italiana per lo studio della storia contemporanea (sissco) e membro del sapai (States and politics in the automobile industry) Working Group del network gerpisa. I suoi interessi di ricerca vertono sulla storia della società italiana, sulla storia dellambiente e sulla storia del movimento operaio. Ha pubblicato, sempre per Marsilio, Storia del Sindacato ferrovieri italiani 1943-1958 (1998), Il sindacato in ferrovia dal fascismo alle federazioni dei trasporti (2000) e Lesperienza politica di Oliviero Zuccarini (2003).