«L'opera con cui si confronta il restauratore, l'oggetto del restauro, è prima di tutto una mappa di residui linguistici, una distribuzione di tracce che noi attribuiamo ai tempi del passato ma che tuttavia sono nel nostro presente»
Che cosa, perché e come si restaura? Come possiamo definire un metodo per questa speciale attività? Il restauro è destinato a restare estraneo ai linguaggi dell'attualità, o invece riesce a stabilire fertili legami fra le regioni del conservare e dell'innovare? Insomma, qual'è la parte assegnata al restauro nelle vertenze sull'architettura e nelle politiche della cultura? Sono queste le principali domande da cui prende spunto il libro, A leggerlo, lasciandosi guidare lungo il percorso che esso propone, si scoprono scenari inconsueti, si riprende confidenza con argomenti che sembrerebbero ormai logori, come quelli che attengono alla «conoscenza» dell’opera, al valore del «tempo» e della «storia», al controverso tema della «bellezza», agli enigmi del «progetto», ai compiti della «scienza» e delle «tecniche». E' un viaggio che al suo termine approda alla spinosa questione del come si restaura, suggerendo una chiave metodologica del tutto nuova.