Storia del documentario italiano risponde a una duplice esigenza: delineare i percorsi dell’«altro cinema» lungo tutto l’arco della storia nazionale e, al tempo stesso, compiere un’attenta riflessione sulla natura di un linguaggio che coinvolge discipline e saperi diversi. Il documentario, dai più considerato un fratello minore del «cinema vero», fase transitoria nella produzione di un cineasta, è da sempre ancorato alla dicotomia realtà/finzione. Marco Bertozzi lo libera da etichette e semplicistiche definizioni, tracciando alcune linee guida fondamentali che permettono di addentrarsi nell’inesplorato universo di temi, stili, personalità del «cinema del reale», immagini che hanno fissato il volto dell’Italia. Non a caso questo libro ripercorre le tracce di un’«idea documentaria» di volta in volta declinata secondo lo spirito del tempo e la sensibilità di chi la pratica: dalle vedute del precinema ai voli della modernità futurista; dalle cine-mitraglie del secondo conflitto mondiale ai «provvidi» interventi del Piano Marshall contro le miserie postbelliche; dalle indagini antropologiche sul Mezzogiorno ai corpi (sovra)esposti nel turbinio delle contestazioni sessantottesche; dai «critofilm» ai «tecnofilm»; dall’ingresso nei mondi segreti degli istituti psichiatrici alle video-prove nei processi per il G8 di Genova. Un recupero della memoria - intima e collettiva - che avvia la rivisitazione di opere e autori per troppo tempo consegnati all’oblio e innesca riflessioni necessarie per comprendere la nuova onda documentaria nel cinema italiano contemporaneo.