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Il nipote di Rameau

Il nipote di Rameau


pp.272, 1° ed.
978-88-317-1734-2

«Che faccia bello o cattivo tempo» il filosofo, che ha l'abitudine di passeggiare alle cinque di pomeriggio seguendo i suoi pensieri come se fossero «baldracche», incontra il nipote disgregato e paradossale del grande musicista. Inizia così il più celebre dialogo della letteratura moderna. Da una parte la voce del filosofo anticonformista e però coerente nella sua ricerca del giusto e del bello; dall'altra quella di un individuo reazionario e cinico, pronto a cambiare opinione se gli si offre da bere e addirittura a prostituire la moglie - e tuttavia geniale nella sua stravaganza. Da che parte sta la ragione ? Questo dialogo si è prestato a interpretazioni svariate e illustri di filosofi come Hegel e Marx fino a Foucault, di letterati come Aragon ed Enzensberger, conservando intatto il suo carattere enigmatico e il suo potere di dissacrazione.

Autore

nasce a Langres nel 1713 in una famiglia di artigiani. Educato dai gesuiti, nel 1729 arriva a Parigi, dove frequenta il liceo; abbandona la vocazione religiosa, si sposa ed entra nella società letteraria. Nel 1751 inizia a pubblicare l'Encyclopédie, il grande progetto cui dedica, perseguitato dalla censura, tutte le sue energie fino al 1765. Interlocutore di Caterina II, critico d'arte e teorico del teatro (Il paradosso sull'attore), autore di trattati filosofici materialisti, di drammi e di romanzi (I gioielli indiscreti, Jacques il fatalista e il suo padrone e La Religiosa), muore nel 1784. La sua opera letteraria maggiore, Il nipote di Rameau, sarà pubblicata postuma.