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Eneide

Eneide


pp. 400, 1° ed.
978-88-317-4301-3

Il capolavoro per eccellenza dell’antichità classica, insieme all’Iliade e all’Odissea. Un’opera senza tempo

Nella figura di Enea, ultimo superstite della dinastia troiana e fondatore della nuova Troia e della gloriosa stirpe romana, il guerriero dell’Iliade e l’errante protagonista dell’Odissea si fondono per celebrare, nel nome dell’imperatore Augusto, la città di Roma e i princìpi e i valori della sua tradizione. Violenza e pietà, eroismo e gloria, dovere e destino sono i temi dominanti di un poema epico-storico che è modello assoluto per la cultura occidentale.

Autore

«Mantova mi generò, mi portò via la terra di Calabria; / ora è Napoli ad avermi; il mio canto / lo dedicai ai pascoli, ai campi, ai condottieri». Il famoso epitafio - che lo stesso Virgilio avrebbe dettato - rispecchia la sua biografia, assai povera di avvenimenti esteriori, quasi del tutto identificabile con le fasi della sua produzione poetica.
Nasce nel 70 a.C. nel villaggio di Andes presso Mantova, compie gli studi a Cremona, Milano, Roma e Napoli. Nel 42 a.C. inizia la composizione delle Bucoliche, nel 37 delle Georgiche. Nel 29 infine si accinge a comporre l’Eneide, il poema destinato a celebrare, dalla distanza del mito, la figura di Augusto attraverso le gesta del progenitore troiano della casa Giulia. Il lavoro di stesura durerà un decennio, fino alla morte del  poeta, avvenuta a Brindisi il 21 settembre del 19 a.C. Viene sepolto a Napoli, nella città molto amata dei suoi studi giovanili.