Il paese che non c’è è la Polonia: il Regno di Polonia tramutato in un anonimo “Territorio della Vistola”. Dopo il fallimento nel 1863 dell’ultima insurrezione antirussa del secolo, la Polonia è inglobata nell’immenso territorio che dalla Germania giunge al Mare Artico; l’amministrazione dello Stato è interdetta ai polacchi, la russificazione e la censura gravano su scuole, stampa ed editoria. A ciò si aggiunge il generale sconvolgimento socio-antropologico provocato dallo sviluppo tumultuoso del capitalismo: i nobili fondiari, ceto un tempo dominante, sono costretti a cercare lavoro in città così come i loro contadini; industria e commercio sono per lo più gestiti da tedeschi ed ebrei; nasce il proletariato e cresce il ruolo di banche e mercato finanziario. All’interno della cultura e della società di questo paese si staglia la figura di Bolesław Prus, visionario sui generis, i cui racconti e romanzi, oltre a offrire uno spaccato realistico - ma anche umoristico - delle contraddizioni socio-economiche, mostrano la complessa evoluzione psicologica e letteraria di uno dei più grandi scrittori polacchi.