Il cinema italiano del nuovo millennio segna un salto di qualità rispetto alla fine del secolo. Nonostante la perdurante crisi del sistema produttivo-distributivo, una incredibile quantità di film, nuovi da un punto di vista tecnologico, autoriale, tematico e di gender fa pensare a una «nouvelle vague» italiana. Nel cinema d’autore come in quello mainstream (si veda l’ottima qualità della commedia), nel cinema cosiddetto narrativo come nel «cinema del reale» (che è altrettanto narrativo di quello di finzione), in quello di alto budget o “fuori norma”, siamo di fronte a una vasta casistica di ottimi film. Dall’irruzione del paesaggio alla mutazione del documentario, dal tema del «nuovo realismo» a quello dell’«Altro», dalla rivoluzione digitale alla “visionarietà” della regia, il libro propone un’ampia indagine sulla trasformazione in corso, tanto più appassionante perché – almeno apparentemente – lontana dalle dinamiche politiche ed economiche dell’ex Bel Paese. Su tutto il panorama getta una nuova luce la minacciosa apparizione della pandemia, che condiziona fortemente l’industria cinematografica: la chiusura dei cinema e la difficoltà dei lavoratori del settore impongono una riflessione a posteriori su tutta la storia recente del film italiano. Il progetto, dunque, di disegnare una mappa della «nouvelle vague» italiana, dei suoi autori, delle sue identità, delle sue tematiche ricorrenti e della sua messa in scena è un’operazione quasi doverosa.