Nell’evoluzione umana si registra un caso curioso: da mezzo per mostrare la capacità di difendersi dalla violenza altrui, il sorriso si è trasformato in un segno di richiamo empatico. In un’indagine avvincente sui significati profondi di questa forma di espressione tipica dell’uomo, il grande psichiatra mette in rilievo il ruolo ambiguo che riveste oggi nei rapporti interpersonali e per il successo dell’individuo. Un punto di vista inedito da cui emerge una diagnosi sulla società attuale e sul bisogno di vivere il meglio possibile
«La nostra è una società che ride e sorride sempre meno. Siamo impauriti e la paura non fa ridere. Paura, rabbia e violenza sono sentimenti a bocca chiusa.
Gioia, accoglienza, entusiasmo, al contrario, lasciano a bocca aperta» Vittorino Andreoli
Nel mondo dominato dalla bellezza, emblema di potere e di successo, un ruolo particolare spetta al sorriso, attraverso il quale si esprime la personalità e si misurano le competenze sociali e comunicative dell’individuo. Indice di simpatia verso l’altro, è però da sempre anche una dimostrazione di forza. Da dove viene questa doppia natura? Come è mutata nel tempo, dando vita a una vera e propria «rivoluzione culturale» che Vittorino Andreoli individua nel modo di concepire il sorriso? Come si collega ai nuovi valori che orientano oggi il nostro stare al mondo e i desideri che nutriamo? Come hanno influito le moderne tecniche odontoiatriche nel migliorare le relazioni sociali e il benessere affettivo?
Con linguaggio limpido e grande chiarezza di pensiero, Vittorino Andreoli risale alle origini di questa forma di espressione e analizza i significati simbolici del sorriso, della bocca, dei denti e del bacio. Approfondisce inoltre il ruolo assunto dagli odontoiatri, riflettendo sulle aspettative che riponiamo nelle loro competenze e sulla relazione terapeutica che stabiliscono con i pazienti.