Venezia 1630. La peste imperversava, la popolazione veniva decimata. Il Doge fece un voto alla Beata Vergine: impegnava solennemente la Serenissima a erigere un magnifico tempio in suo onore in cambio della cessazione di quell'infernale morbo. La basilica, progettata da Baldassarre Longhena, fu consacrata alla Madonna della Salute è diventò un luogo centrale del tessuto urbano veneziano. Ma fu solo nel 1670, quarant'anni dopo il voto, che si decise di commissionare a un artista fiammingo la decorazione del presbiterio e dell'altar maggiore. Si trattava di Giusto Le Court, scultore arrivato a Venezia da Amsterdam nel 1655 e che nel giro di pochi anni avrebbe monopolizzato la scena artistica lagunare, inaugurando la stagione della scultura barocca veneziana. Questo volume si concentra proprio sul gruppo eseguito da Le Court per l'altar maggiore e in cui il voto, allegorizzato, prende realmente vita. Grazie a questo volume – riccamente illustrato con le splendide immagini realizzate per l’occasione da Marco Furio Magliani e Mauro Magliani – oltre a celebrare la grandezza dell'arte di Giusto Le Court mediante l'indagine del capolavoro della sua maturità, si mette in luce finalmente uno degli aspetti meno conosciuti del Barocco veneziano: quello riguardante la scultura.