Le affinità elettive

Le affinità elettive


pp. 558, 1° ed.
978-88-297-0508-5
Tra tutte le opere di Goethe, Le affinità elettive è forse la più ambigua, e proprio qui risiede il suo fascino. Insieme impietosa critica e riluttante celebrazione dell’amore romantico, questo romanzo della maturità ci mostra con straordinaria esattezza psicologica il graduale irrompere del caos in un mondo ordinato. Le nitide geometrie
ancien régime sulle quali si fonda inizialmente la vita dei personaggi vengono inesorabilmente travolte dal furore passionale che spinge Eduard e Ottilie l’uno verso l’altra; il tutto, però, rifl esso nello specchio limpidissimo di uno stile che è l’opposto di quello del Werther e sembra negarne deliberatamente il vertiginoso abbandono. L’anziano poeta manovra i suoi simboli con rigore quasi scientifico, come si addice a un romanzo che prende in prestito dalla chimica il suo stesso titolo; ma oltre il cristallo che lo scherma con tanta cura, in ogni riga sentiamo divampare l’incendio degli affetti.

Autore

L’entusiasmo per il genio di Shakespeare, l’approfondimento dei grandi temi della sensibilità borghese, l’esperienza diretta della vita politica e culturale di un piccolo ducato tedesco, il lungo viaggio in Italia, l’assidua attenzione agli sviluppi della Rivoluzione francese, il costante riferimento ai grandi esempi della civiltà classica e la fervida discussione con le espressioni più salienti della cultura del suo tempo: su queste basi Johann Wolfgang Goethe (1749-1832) costruisce i pilastri della letteratura tedesca moderna e con le grandi figure di Werther e di Egmont, di Ifigenia e di Tasso, ma soprattutto di Wilhelm Meister e di Faust, la eleva a Weltliteratur.