«Succede spesso di aprire un saggio o un romanzo moderno e trovare una frase, una citazione, un verso che ci par di conoscere. Ma certo: è Omero, è Platone, è Eschilo… E allora mi fermo a pensare. Perché non ho mai colto quei frammenti sparsi come pietre preziose in testi greci dei generi più vari: distillati di una sapienza allo stato puro, trasparente e diretta?». Lettrice, traduttrice e interprete della saggezza antica, Maria Grazia Ciani ha interrogato per tutta la vita la lingua greca, custode del mito per eccellenza. Oggi ne incontra con occhi nuovi alcune figure e storie per consegnarcele in un libro che induce a riscoprire quanto ancora abbiano da dirci queste vicende che sembrano parlare del destino dell’uomo. Partendo proprio dalla lingua e dalle singole parole si approda allo sterminato universo dell’Iliade e l’Odissea, alle immagini più potenti delle tragedie e quindi al passaggio da modelli di vita individuale a quelli collettivi della città, fino alle incursioni nella terra dei morti e alla riscoperta di personaggi cancellati o rimossi a favore di altri. Sotto l’apparente astrattezza del «divertimento raffinato», un deposito di valori e memoria, imprevedibile e ricco di spunti.