Il calcio, come la musica, come le arti, è uno specchio, e non dei più marginali, della società e dei suoi cambiamenti. Fini e Padovan lo affrontano da questo punto di vista. C’è un’enorme differenza fra come si intendeva il calcio, sia in senso tecnico che sociale, nei più semplici anni Sessanta e come lo si vive oggi che sul campo hanno fatto irruzione l’Economia e la Tecnologia (televisione, Var), le divinità dominanti della nostra società a cui tutto, a cominciare dall’uomo, viene dato in sacrificio. In Storia reazionaria del calcio Fini prosegue quindi, coadiuvato da Padovan, il suo filone antimodernista. Naturalmente questo discorso sostanzialmente filosofico passa qui anche per il racconto di partite, di gol, di azioni, di giocatori, di sentimenti, vissuti sul campo e fuori. Il libro dovrebbe appagare quindi anche le curiosità e le rivalità dei tifosi oltre che di coloro che lo guardano da più lontano. Si tratta insomma di un libro per tutti e non solo per addetti ai lavori.