Trieste e il caso Ibsen

Trieste e il caso Ibsen

Polemiche e dibattiti tra Otto e Novecento
presentazione di

pp. 230, 1° ed.
9788829707331
Il teatro di Ibsen giunse in Italia nel 1889, quando Emilia Aliprandi propose a Torino Una casa di bambola. Fu tuttavia Eleonora Duse, due anni più tardi, ad attirare le attenzioni sull’autore norvegese, rappresentando a Milano una nuova versione del celebre dramma, suscitando le perplessità del pubblico e gli imbarazzi della critica, che a lungo non seppero come rapportarsi al drammaturgo. Non così nei territori giuliani dove, a un primo smarrimento della platea, si contrappose l’acutezza degli intellettuali. Figli di una cultura mitteleuropea, essi conobbero Ibsen nelle affidabili traduzioni tedesche, riuscendone a interpretare efficacemente i pensieri. Gli interventi critici di Silvio Benco e Carlo Michelstaedter, le monografie di Alberto Boccardi, Scipio Slataper o Federico Sternberg aprirono la strada, in Italia, a una prima comprensione del teatro ibseniano.

Autore

 è professore associato di Storia del teatro presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi di Trieste. Si occupa di teatro del Settecento, della nascita della regia teatrale, del teatro espressionista. Si è occupato di dramma poliziesco e della nascita e sviluppo dei Teatri Stabili. Per Marsilio ha pubblicato Rosmonda nell'ambito dell'edizione nazionale delle opere di Carlo Goldoni (2009); Mémoires. Sceneggiature per l'originale televisivo sulla vita di Carlo Goldoni di Giorgio Strehler(2013); Conoscere il teatro (2014); Trieste e il caso Ibsen (2020); Rappresentazioni e tecniche della visione (2022).