Il titolo L’incerto fine appartiene a Giovan Battista Andreini, che immagina una recita metateatrale “a soggetto” o “all’improvviso”, di cui gli attori che la interpretano non conoscono l’esito. Il libro presenta un’idea di commedia, a partire dal fatto che una stessa radice etimologica accomuna fatum e fabula. Tre le vicende principali a cui esso si dedica: il “lieto fine” in rapporto all’«orrido cominciamento» nel segno della peste del Decameron, la conclusione di alcune commedie dello Shakespeare “italiano” – anzi del loro rapporto con Boccaccio, nel contrasto alla legge tragica di una “giurisprudenza comica” – e il contrapposto ritorno dell’inderogabilità del finale tragico nella finzione della rappresentazione “a soggetto” nella drammaturgia metateatrale di Pirandello.