Editoria come curatela

Editoria come curatela

Progetto e immaginario nelle riviste di moda contemporanee
postfazione di

pp. 192, 1° ed.
978-88-297-0873-4
«A Magazine», «Dutch», «joe’s», «Purple», «Self Service», «Six» e «Visionaire» sono alcune delle riviste privilegiate per investigare il funzionamento di periodici di nicchia fondati da gruppi di persone che coltivano la dimensione collaborativa e sperimentano nello spazio bidimensionale della pagina. Riviste intese come luoghi d’indagine, dispositivi che mettono in scena il discorso della moda e lo alimentano attraverso i linguaggi dell’art direction, del graphic design, della fotografia e dello styling. Connesse in profondità agli anni novanta, allacciano la cultura e il sistema della moda con le pratiche artistiche manifestando il lavoro di autori prima sconosciuti. Il saggio visivo in apertura riflette sulla performatività degli oggetti editoriali e, come una mostra in pagina, tiene insieme il lavoro di sei fotografi contemporanei: Benoît Béthume, Elizabeth Bick, Alan Chies, Paolo Di Lucente, Estelle Hanania e Dario Salamone.
Questo libro si inserisce nel più ampio orizzonte delle ricerche – condotte dal gruppo di lavoro dell’Università Iuav di Venezia coordinato da Maria Luisa Frisa e impegnato nello studio della moda e delle sue culture – che indagano la moda italiana e le sue storie, l’editoria, gli archivi, la formazione nel design di moda, e le culture progettuali proprie di questo campo di studi.

La recensione di Vogue.it 

La recensione di Atp Diary

La recensione di Amica 

La recensione di Marieclaire.it

Autore

 è ricercatore all’Università Iuav di Venezia e curatore. Al centro della sua attività di ricerca i rapporti tra editoria, moda e cultura visuale, l’art direction e il graphic design, l’intreccio tra il fare editoriale e una prospettiva teorico-critica. Cura mostre e pubblicazioni intese come azioni di ricerca in sé. Recentemente ha ideato il festival Libro vivo per Biblioteca Iuav a Venezia e la serie di conversazioni Publishing Traffic per Gucci Garden a Firenze.