Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito, a partire dalle fortunate tesi di Richard Schechner, all’imporsi inesorabile delle teorie della performance, intese come paradigma epistemologico ad ampio spettro. Il volume intende analizzare la narrazione nei suoi espliciti nessi con l’azione, playtelling appunto, esaminata come testimonianza transeunte che rivendica il primato non effimero di una presenza dal vivo. Un’accurata campionatura di esempi eterogenei, ma ugualmente resistenti, ci permetteranno di ridiscutere, anche alla luce della Cognitive Poetics, nozioni come il tempo del racconto e, soprattutto, la relazione intricata tra il testo e la dimensione orale della performance.