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Storie del ghetto di Budapest

Storie del ghetto di Budapest


pp. 224, 1° ed.
978-88-297-1008-9
“Le storie dei gemelli Pressburger raccontano la vita, romanzata e quindi potenziata nella sua verità, degli ebrei per lo più poveri di Budapest, prima della Seconda guerra mondiale, durante la Shoah e subito dopo la liberazione della città da parte dell’Armata Rossa. C’è il mascalzone che rincorre le donne, e anzi se le compra, ci sono i poveri che si arrangiano, ci sono donne innamorate della propria bellezza e dei propri corpi. Ci sono le provvisorie sconfitte e le temporanee vittorie e i sogni struggenti e le lacrime copiose. E sullo sfondo si sente la lingua ungherese con forti influenze dello yiddish. Ma tutto questo viene narrato in perfetto, stupendo italiano, degno dei migliori scrittori discendenti del più classico fra i classici: Manzoni.” Wlodek Goldkorn

Sappiamo molto del ghetto di Varsavia, abbastanza del ghetto di Venezia, lo sgombero del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943 è stato mirabilmente raccontato da Giacomo Debenedetti. Ma prima dell’infanzia dei fratelli Pressburger (Giorgio e Nicola) nell’Ottavo Distretto, del ghetto di Budapest non sapevamo niente. Eppure è qui che viene raccontata un’idea di ebraismo fatta di violini, commerci, ironia e nostalgia. E si verifica, nella piccola comunità dei mercanti, una bizzarra apparizione: Jom Tow produce salsicce, sua moglie Ester vende oche e il figlio Isacco, a dar credito alla profezia del rabbino, è destinato a grandi imprese.

Autori

 giornalista economico per importanti testate, si è spento nel 1985.
 (1937-2017), narratore, saggista, autore e regista teatrale, nel 1956 è fuggito da Budapest per rifugiarsi prima a Vienna e poi in Italia, in seguito all’invasione sovietica dell’Ungheria. Figura importante nel panorama culturale italiano e internazionale, è stato assessore alla Cultura a Spoleto – sede del Festival dei due mondi – e direttore dell’Istituto italiano di cultura a Budapest e di Mittelfest, un grande festival di prosa, musica, danza e marionette che coinvolge diciotto nazioni dell’Europa centrale. Tra le sue opere: La legge degli spazi bianchi (Marietti 1989; BUR 1992), La neve e la colpa (Einaudi 1998, Premio Viareggio), L’orologio di Monaco (Einaudi 2003, Premio Mondello; Marsilio 2017), Nel regno oscuro (Bompiani 2008), Storia umana e inumana (Bompiani 2013). Per Marsilio ha pubblicato anche Racconti triestini (2015) e il suo ultimo romanzo, Don Ponzio Capodoglio (2017). Dai suoi testi sono stati tratti tre film per la regia di Mauro Caputo: L’orologio di Monaco (2014), Il profumo del tempo delle favole (2016) e La legge degli spazi bianchi (2019).