La trama della vita

La trama della vita

La scienza della longevità e la cura dell’incurabile tra ricerca e false promesse

pp. 320, 1° ed.
978-88-297-1016-4
Quanto tempo ci vorrà prima che ogni ospedale possa vantare un suo reparto di medicina rigenerativa? In che cosa consiste esattamente? Ce la possiamo permettere? Come funziona davvero il mercato delle staminali? Su quali basi è possibile distinguere le terapie serie dalle truffe ideate da personaggi senza scrupoli? Infine, l’Italia è realmente così indietro nella ricerca come vorrebbero farci credere? Nonostante terapia genica e cellulare, genome editing e ingegneria dei tessuti siano ormai diffusi, è ancora limitata presso il grande pubblico la conoscenza di quell’ampio settore che li comprende tutti e va sotto il nome di medicina rigenerativa. A capo di realtà all’avanguardia prima in Italia e oggi in Inghilterra, testimone diretto dell’avvicinamento progressivo alla «cura perfetta», Giulio Cossu ci guida in un appassionante viaggio alla scoperta delle conquiste rese possibili da cellule staminali, tessuti composti in laboratorio, Crispr, terapie sempre più mirate e personalizzate, sgombrando il campo dalle mistificazioni e facendo rivivere in quarant’anni di studi tutte le tappe della rivoluzione che sta cambiando in modo irreversibile il significato delle parole «salute» e «cura».

Autore

(Roma, 1953) vive a Manchester, dove insegna Medicina rigenerativa e si occupa di cellule staminali per la terapia delle distrofie muscolari. È stato professore di Biologia delle cellule staminali alla University College London e in precedenza professore di Istologia all’Università di Milano e alla Sapienza di Roma. È fellow dell’Academy of Medical Sciences, dell’Accademia dei Lincei, dell’European Academy of Science e dell’European Molecular Biology Organization. Ha fatto parte del Committee for Advanced Therapies dell’European Medicines Agency. È membro del Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni, con cui collabora dalla fondazione, riconoscendone l’impegno per la ricerca scientifica in Italia.