Nel giorno dell’anniversario della morte di Karl XII, mentre la polizia è occupata a tenere a bada i manifestanti che stanno devastando il centro di Stoccolma, un anonimo impiegato di un ente pubblico viene accoltellato a morte nel suo appartamento. Pochissimi amici, un lavoro di routine, una vita agiata ma molto solitaria: l’indagine per il delitto procede a fatica, e il caso viene presto archiviato. Dieci anni dopo, la pratica finisce sul tavolo di Lars Martin Johansson, capo dei Servizi di sicurezza. Un filo lega la vittima a uno degli episodi più drammatici della storia criminale svedese. In un altro tempo, l’uomo aveva vissuto un’altra vita ed era stato coinvolto, insieme a personalità decisamente più in vista di lui, nella medesima azione di terrore. Tra le mani di Johansson un banale omicidio si trasforma così in un caso dai risvolti politici molto complessi; un caso che coinvolge spie e doppiogiochisti, e su cui incombe lo spettro dei misteriosi archivi della STASI, la polizia segreta della Germania Est. Tra realtà e finzione, con il suo peculiare sarcasmo e la competenza di chi per anni ha lavorato all’interno del sistema giudiziario svedese, Persson traccia il ritratto tagliente di un mondo in cui sulla condotta della polizia pesano gli interessi della magistratura e della politica.