Nel giorno del suo sessantesimo compleanno, Maja Petersen si toglie la vita. Un gesto disperato che riporta l’attenzione su un incidente – mai veramente chiarito – di molti anni prima, quando il figlio era rimasto ucciso nell’esplosione di un’autofficina a soli tre anni.
E ora, gli intrepidi disadattati del più famoso dipartimento del corpo di polizia danese, ovvero Carl Mørck con Assad, Rose e Gordon, ricevono l’ordine di sospendere ogni altra attività per riaprire proprio quell’indagine.
In particolare, l’interesse si concentra sul mucchietto di sale – piccolo, solo pochi grammi – ritrovato sul luogo della disgrazia. Tanto più che, nel corso di oltre trent’anni, sulla scena di alcuni casi di morte attribuita a disgrazia o suicidio, la presenza del sale si è rivelata una sorta di firma. Possibile che tutto faccia capo a un unico colpevole?
A mano a mano che la Sezione Q riesce a trovare un collegamento tra eventi disparati, uno schema molto preciso e sconvolgente prende forma. Un disegno ossessivo, e implacabile. Perché tutte le vittime che tornano a incrociare la strada della Sezione Q non sono affatto casuali, e perché ogni particolare della loro fine è stato pianificato e predisposto con cura e rigore.
E mentre tutti i pezzi cominciano a scivolare al loro posto, anche la verità sulla famosa pistola sparachiodi che Carlha sulla coscienza sin dal suo primo caso si fa sempre più vicina.