L'Arca di Niccolò

L'Arca di Niccolò

Riflessioni e documenti

pp. 224, 1° ed.
978-88-297-1601-2
Niccolò dell’Arca, considerato oggi uno dei più grandi scultori del Quattrocento italiano, rimane per molti versi un enigma. Prima del suo arrivo a Bologna, nell’aprile 1462, non sappiamo nulla di lui. Il Compianto su Cristo morto – la sua prima opera conosciuta –, firmato «Opus Nicolai de Apulia», fu consegnato all’Ospedale di Santa Maria della Vita l’8 aprile 1463. Dopo l’esecuzione del coperchio e dell’ornamento dell’Arca di San Domenico (1469-1473), che completavano il sarcofago eseguito due secoli prima da Nicola Pisano e bottega, Niccolò «de Apulia» divenne Niccolò «de Arca». Tra il Compianto e l’Arca esiste una discrepanza stilistica che è difficile spiegare, data l’assenza di opere e documenti sulla sua formazione. La straordinaria anomalia di Niccolò ha indotto a formulare varie ipotesi: una formazione a Napoli, un ipotetico viaggio in Borgogna, l’incontro con le opere dei pittori ferraresi (Tura, Cossa, Ercole de’ Roberti). Questo libro segue una strada diversa. Documenti perduti e ritrovati, sconosciuti o conosciuti ma ignorati dagli studi, hanno aperto la strada a un’analisi del rapporto di Niccolò con l’ambiente umanistico, non solo bolognese. La figura di Niccolò emerge così in una luce nuova.

Autore

 ha lavorato dal 1977 al 2014 nella Soprintendenza per i beni artistici e storici. Con Andrea Emiliani ha partecipato al restauro del Compianto di Niccolò dell’Arca, eseguito nel 1984 da Ottorino Nonfarmale. Ne seguì una mostra su Francesco del Cossa, Ercole de’ Roberti e Niccolò dell’Arca, per la quale curò la sezione dedicata al Compianto e quella riguardante la distrutta cappella Garganelli, affrescata dai due pittori ferraresi. Su incarico del Getty Research Institute di Los Angeles ha organizzato due seminari internazionali su Dosso Dossi, in preparazione della mostra che si tenne a Ferrara, New York e Los Angeles (1998-1999). Ha diretto la Pinacoteca Nazionale di Ferrara dal 2004 al 2014.