Il volume riunisce tutti i tredici racconti che Babel’ ha ambientato, in epoche diverse della sua vita artistica, nella sua città natale, secondo un criterio che lo stesso scrittore aveva stabilito. Odessa gli è sempre rimasta vicina, inondata di luce nei primi racconti dove l’immaginario diviene specchio della storia e insieme cronaca visionaria, tradita dai venti della rivoluzione in quelli inquietanti e premonitori dedicati alla Odessa postrivoluzionaria, percorsa da una struggente nostalgia del passato in quelli autobiografici dove il tempo si allontana oltre il ricordo nei ritratti di persone che evocano figure antiche. Ironico e irriverente sembra Babel’ mentre fruga nelle case, nei cimiteri, nei bordelli e nelle sinagoghe. Ma dietro il grottesco che smaschera impietosamente la quotidianità, dietro la distaccata ironia che disegna tragiche caricature, dietro lo specchio della comicità che riflette lo scempio di una cultura millenaria, c’è l’orgogliosa rivendicazione della solitudine di un grande scrittore e di un intellettuale ebreo, «con gli occhiali sul naso e l’autunno nell’anima».