Elisa ha trentasette anni, niente figli, un fidanzato, Giacomo, con il quale sta bene ma tanto tutto prima o poi finisce, un nuovo corteggiatore conosciuto durante una lezione di yoga, Luca, alto e del Nord, con il quale si incontra la mattina alle cinque, una sorella, Bianca, molto diversa da lei, come si addice alle sorelle, e due genitori che, un anno prima che questa storia inizi, decidono di sposarsi in chiesa. Elisa ha anche un cane, Stella, con cui Giacomo dorme abbracciato. Elisa e Giacomo hanno molte cose in comune, ma non un grande senso della realtà. Quando Elisa riceve da Luca un’inaspettata proposta di matrimonio, realizza di non essere battezzata e improvvisamente qualcosa in lei cambia, e inizia a vedere ovunque il disegno di Dio. Ma come ci si battezza da adulti? Si comincia, pare, trovando una chiesa e un prete e, in fondo, un’appartenenza. In un romanzo scandito come l’anno liturgico, Elisa Fuksas, accompagnata da Elia, il giovane padre spirituale, compie un viaggio che da se stessa la porta a se stessa, senza lasciare indietro nessuno dei suoi – numerosi, ironici, teneri, fastidiosi – difetti. Ma la differenza tra le due Elisa è “il Mistero”. Proprio quel mistero che, nella letteratura italiana contemporanea, pare relegato al genere giallo, qui – in questo romanzesco memoir – è ciò che «prende il volto delle cose che possono parlarci». E le cose che possono parlarci, spesso, sono persone, talvolta animali, talvolta strutture architettoniche, talvolta il vento che fruscia tra gli alberi.