Quale modernità, quella della letteratura dell’età romantica nello spazio culturale britannico? In quali sensi, tra il 1780 e il 1830 circa, nella scrittura letteraria si concretizzano esperienze e forme inedite di concepire il moderno e la contemporaneità? Concentrandosi su quest’epoca di passaggio e trasformazione, il volume esamina il manifestarsi di nuovi modi di immaginare il presente come dimensione a un tempo vincolata al passato, alla tradizione, e costantemente in divenire. Ogni capitolo esplora un versante distinto di una produzione letteraria straordinariamente ricca e variegata, espressione di nuovi sviluppi e riconfigurazioni in ambito estetico, storico, sociopolitico, economico e ideologico. Attraversando il teatro, il romanzo e la poesia, e autori come Walter Scott e Lord Byron, Jane Austen e Felicia Hemans, Mary Shelley e John William Polidori, William Wordsworth, Samuel Taylor Coleridge e Percy Shelley, questo studio ripercorre l’età del Romanticismo come un complesso, spesso contraddittorio, laboratorio di rappresentazioni e problematizzazioni di un presente costantemente proiettato verso il suo superamento. Ne emerge la visione di una modernità propria di un’epoca culturale conclusa, solo in parte recuperabile mediante la scrittura letteraria, ma anche di una modernità che, rielaborando esperienze e forme della tradizione, anticipa fenomeni successivi, fino alla nostra contemporaneità.