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Favole

Favole

Libri VII-XII
a cura di

pp. 528, 1° ed.
9788829718733
Sull’onda del successo ottenuto dalla sua prima raccolta di Favole, La Fontaine ne pubblica una seconda dieci anni dopo (1678), poi completata nel 1693. Sono sempre favole esopiche, ma il quadro ora si allarga, le favole si distendono e lo sguardo si rivolge sempre più a Oriente per accogliere la tradizione favolistica indiana e persiana. Al corvo e alla volpe si aggiungono dunque elefanti e scimmie; compaiono pascià e sultani, come sugli arazzi a tema esotico che in quegli stessi anni iniziano a decorare i saloni di Versailles.
Rimane invariata l’acutezza psicologica e la spiritosa severità con cui La Fontaine indaga l’opportunismo e il conformismo della società di corte, nonché i vizi, le debolezze e le miserie dell’uomo di sempre.


La Cicala e la Formica, Il Lupo e l’Agnello, La Volpe e l’uva, La Lepre e la Tartaruga... le Favole di La Fontaine, una delle opere più amate della letteratura mondiale, sono qui presentate in una nuova traduzione completa, con testo originale a fronte. Questa traduzione, che restituisce la grazia e l’eleganza di una delle massime espressioni della letteratura francese, è corredata da una introduzione critica che sottraendo le Favole allo scaffale dei libri per l’infanzia le ricolloca nell’ambito della grande letteratura morale e sociale di tutti i tempi. Capolavoro di arguzia psicologica, le Favole sono lo specchio implacabile che gli animali tendono all’uomo per mostrargli i suoi vizi e insegnargli la virtù della tolleranza. In questa grande commedia dai cento atti, il leone dialoga con il topo, la volpe con il corvo, il contadino con il signore, facendo risaltare lo straordinario esprit de finesse che caratterizza tutte le favole: la finezza con cui animali furbi, piante sapienti e divinità capricciose parlano tra loro nella comune intenzione di “addomesticare” gli uomini.

Autore

 (1621 - 1695), nato a Chateau Thierry, nel 1646  si fissa a Parigi preferendo la compagnia di giovani poeti agli studi di diritto- Entrato a far parte della corte di scrittori protetta dal soprintendente Foucquet, gli dedica il peoma Adonis e inizia in suo onore L'Elégie aux nymphes de Vaux che sarà pubblicata solo quando Foucquet è già stato arrestato. La fedeltà al suo mecenate in disgrazia gli costa l'ostilità del re. Coltivando accuratamente una reoutazione di poeta distratto e un po' pigro, riesce a conservare la propia indipendenza grazie all'immenso successo della Fables (1668 - 1678, 1693), di cui pubblica dodici libri. Oltre a racconti in versi alquanto licenziosi e a commedie, pubblica un solo romanzo: Gli amori di Psiche e Cupido (1669). Nel a684, malgrado l'ostilità del re il quale impone che prima vi venga ammesso Boileau, viene eletto all'Académie.