Quindici infatuazioni letterarie

Quindici infatuazioni letterarie

Da Baudelaire a Houellebecq

pp. 80, 1° ed.
9788829719372
Baudelaire distingueva, in fatto di critica, due tendenze.
Una «divertente e poetica», l’altra «fredda e algebrica».
Nessun dubbio che gli studi accademici attuali, in ambito letterario, siano ispirati a un freddo principio di oggettività, dove il rigore concettuale si trasforma spesso in schematismo, e la dimensione originaria del piacere, o il debito d’amore verso il testo (per dirla con George Steiner), vengono deliberatamente occultati. Ecco allora che la scrittura estemporanea di una recensione – su un romanzo appena uscito, o la riedizione d’un classico – diventa possibilità per il critico di recuperare una forma di sguardo che non trascura né tantomeno rimuove il motivo per cui ci occupiamo di libri. Giacché essi ci piacciono.
Talvolta non del tutto, ma altre volte moltissimo. Slanci improvvisi, amori, infatuazioni. Come altrettanti capitoli della storia sentimentale d’un lettore che, muovendosi nella letteratura francese, si confronta con alcuni giganti del passato (Baudelaire, Rimbaud, Proust, Céline), così come con i contemporanei (Michon, Carrère, Reza, Houellebecq e altri).

Autore


è professore di Letteratura francese presso l’Università di Roma Tor Vergata. Per Marsilio ha curato nel 2017 le Poesie di Mallarmé. Di recente pubblicazione sono i volumi Mots manquants. L’inachevé dans l’œuvre de Mallarmé (Tab-L’Harmattan 2022) e La gloriosa menzogna. Saggi sulla poesia francese tra Otto e Novecento (Giulio Perrone 2022). Ha scritto inoltre saggi su Proust, Céline, Apollinaire, Bonnefoy e Michaux, a cui è dedicata la monografia La creazione furiosa (Pacini 2012).