Questo libro di Stefano Salmi sulle relazioni italo-portoghesi del secolo scorso si segnala per una serie di meritori aspetti. Innanzitutto inquadra, in una dimensione comparativa, il fascismo italiano e l’Estado Novo portoghese attraverso diversi punti di vista: quello storiografico, con cui si apre l’opera; quello squisitamente politico-ideologico; quello culturale; quello delle relazioni politico-diplomatiche; infine quello della propaganda. Il risultato complessivo, grazie alla grande padronanza del metodo storico e a una narrazione equilibrata, consente al lettore di orientarsi nella complessità delle diverse tematiche affrontate senza smarrire le coordinate e l’impostazione ideale e intellettuale di fondo.
nasce a Budrio (Bo) nel 1957. Ottiene la laurea magistrale in Scienze politiche presso l’Università di Bologna nel 2003 e il dottorato in Lettere e filosofia, area Storia, presso l’Università di Coimbra nel 2013. Post dottorato in Lettere e filosofia, area Giornalismo e scienza delle comunicazioni, presso l’Università di Porto (2015); laurea magistrale in Scienze storiche e orientalistiche presso l’Università di Bologna (2019). Ha lavorato dal 1985 al 2020 presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna, ed è membro dell’Associazione di Storia Contemporanea. Su un tema analogo, ha curato Repubblica, repubblicanesimo e repubblicani. Italia, Portogallo, Brasile in prospettiva comparata (Archetipolibri 2012), pubblicato per la prima volta per la Imprensa da Universidade de Coimbra insieme ad Armando Malheiro da Silva, Maria Luiza Tucci Carneiro nel 2011.