Stephen Bantu Biko

Stephen Bantu Biko

Un testamento di speranza

pp. 144, 1° ed.
9788829721337
L’inchiesta per chiarire le circostanze della morte del detenuto n. 46 nelle carceri della Polizia di Sicurezza di Port Elizabeth, chiusa a Pretoria il 30 novembre 1977, si era trasformata in un processo, in una «cospirazione per difendere la fine della giustizia». La sentenza finale non individuò né colpevoli né indiziati poiché il decesso «non poteva essere attribuito ad alcuna azione od omissione ascrivibile a un reato». La vittima si chiamava Stephen Bantu Biko.
Nato a King William’s Town, in Sudafrica, e cresciuto negli anni della Grande Apartheid, Biko proveniva da una famiglia xhosa di umili origini. Fondatore del movimento della Coscienza Nera, dotato di un eloquio potentissimo e di una «superba articolazione delle idee», la sua penna, «più potente di una pistola», aveva messo in crisi “il sistema”. I write what I like raccoglie i suoi scritti, i suoi interventi pubblici e le sue deposizioni in tribunale ed è considerato, assieme alla sua vita, un “testamento di speranza” da parte di tutti coloro che oggi auspicano la nascita di «una polis universale e meticcia».

Autore

laureata in Storia, è docente di Discipline letterarie. Traduttrice e mediatrice linguistica, si occupa di Insegnamento dell’Italiano a stranieri e di Storia delle migrazioni. Socia e consigliera dell’Associazione di Storia Contemporanea di Senigallia, è membro del Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo di Napoli, della Società Dante Alighieri Comitato di Salerno e responsabile dell’ufficio di presidenza AIM (Associazione per l’Italia nel Mondo) di Roma.
Ha pubblicato: La dissolvenza della memoria (2020), Memories fade (2021), Inferno (2021), Labirinti. Omaggio a Italo Calvino (2022). Collabora a diverse riviste di settore; è autrice di saggi sul fenomeno migratorio in opere collettanee.