La finta ammalata

La finta ammalata


pp. 216, 1° ed.
9788829789207
Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni.
La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.
Rosaura si strugge per l’amore che porta in segreto al proprio medico, il dottor Anselmo degli Onesti. Disperato per il male che affligge la figlia, l’ignaro Pantalone moltiplica i consulti intorno alla giovane. Egli diventa così la facile preda di medici disonesti e incompetenti, quali l’arrogante e dogmatico Onofrio Buonatesta e l’incolto e servile Merlino Malfatti. A questi si aggiungono il chirurgo Tarquinio, ossessionato dal salasso, e l’avido speziale Agapito, la cui sordità genera una serie di gustosi equivoci. Toccherà al virtuoso Onesti fare chiarezza sulla malattia di Rosaura e, con l’aiuto della di lei amica Beatrice, somministrarle la cura che le permetterà di ritrovare la salute.
Seconda commedia del carnevale 1751, La finta ammalata dialoga esplicitamente con Molière e la sua commedia-balletto L’amour médecin. Goldoni vi rivisita in maniera originale il rapporto tra finzione, amore e malattia, dando espressione, attraverso la malattia d’amore di Rosaura, alle nuove tendenze della medicina coeva.

Autore

Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.