Tra maggio e giugno del 1940, l’esercito nazista marcia su Parigi, costringendo a una fuga precipitosa otto milioni di persone. È un vero e proprio esodo, che coinvolge anche gli esuli austriaci e tedeschi che in Francia credevano di aver trovato un rifugio sicuro dalla minaccia hitleriana nel 1933. La Gestapo si mette subito sulle tracce di Hannah Arendt, Walter Benjamin, Heinrich Mann, Franz Werfel, e di tanti dissidenti che dovranno nuovamente scappare. I loro destini e quelli di altri scrittori e artisti, nonché di centinaia di profughi meno noti, convergeranno nel 1940 a Marsiglia. Qui Benjamin affiderà copia del suo ultimo saggio ad Arendt, nella speranza che almeno i suoi scritti possano sopravvivergli. Qui riparerà Max Ernst, evaso dai campi di internamento che il governo francese ha predisposto per i potenziali nemici stranieri. Ed è qui che Varian Fry, un giornalista poco più che trentenne venuto da New York, metterà a rischio la propria vita per far uscire clandestinamente dal paese i perseguitati. Con stile avvincente e ritmo serrato, Uwe Wittstock ricostruisce l’odissea di artisti e intellettuali alla conquista della libertà e riporta alla luce la figura e l’operato di Fry e delle persone straordinarie che riunì intorno a sé per trarli in salvo. Restituendo voce e profondità a queste vite, l’autore racconta come dalla disperazione possa nascere un incredibile coraggio e come, anche nei tempi più bui, ci siano stati «donne e uomini che hanno saputo tenere alto il vessillo dell’umanità».