Un’indagine relativa al pensiero filosofico degli antichi può ancora svilupparsi attraverso i soli strumenti tradizionali offerti dalla filologia classica – comunque imprescindibili – o non deve anche, e sempre di più, confrontarsi con gli esiti recenti della ricerca scientifica negli ambiti, quali la fisica e la cosmologia, che sono affrontati direttamente nei testi antichi?
Il titolo del libro deriva da un frammento del poeta Archiloco: «La volpe sa molte cose, il riccio una ne sa... ma grande!» Il filosofo Isaiah Berlin divide le persone in due categorie, e tra i ricci enumera Platone, tra le volpi Aristotele. Il testo è organizzato in tesi, i cui argomenti sono fortemente intrecciati tra loro, e corollari, che da quelle tesi sono “trascinati”. L’autore tratta numerosi argomenti tra cui il rapporto tra simmetria e analogia e il superamento della prima da parte della seconda; la presenza di una effettiva scienza della natura platonica, vicina al modello delle teorie cosmologiche attuali; l’assunzione dei numeri irrazionali, come numeri e non solo come grandezze, all’interno della filosofia platonica; l’interpretazione delle idee platoniche come ipotesi; l’avvicinamento a espressioni artistiche contemporanee, nelle quali la luce irrompe sulla materia subatomica, “oltrepassando” il limite posto dal principio di indeterminazione di Heisenberg.