Il sindaco della notte

Il sindaco della notte

a cura di

pp. 256, 1° ed.
9788829790685
Durante una delle sue passeggiate notturne, uno scrittore di romanzi gialli rimane coinvolto in un omicidio, rischiando di essere scambiato per l’assassino dalla polizia sopraggiunta solo in seguito alla fuga dei colpevoli. A trarlo in salvo dagli agenti che lo inseguono è l’intervento provvidenziale di un misterioso vecchio dalla folta barba, che a dispetto dell’aria da senzatetto viene apostrofato da tutti come il «sindaco della notte». Sarà proprio quest’ultimo a guidare il protagonista in una serie di rocambolesche avventure nella metropoli notturna alla ricerca degli elementi necessari a provare la propria innocenza, che condurranno al disvelamento di uno scandalo interno all’amministrazione cittadina.

Autore

Unno Jūza (1897-1949), pseudonimo di Sano Shōichi, è considerato uno dei padri della fantascienza giapponese. Nato a Tokushima nell’isola di Shikoku, inizia la sua attività di scrittore mentre è impiegato presso il laboratorio elettrotecnico del Ministero delle Comunicazioni. Il suo debutto avviene nel 1928 con il racconto giallo Denkifuro no kaishijiken (Il caso della morte misteriosa nel bagno elettrico), pubblicato sulle pagine di «Shinseinen» (Gioventù nuova), la celebre rivista intorno alla quale nella prima metà del Novecento si raccolsero i più grandi nomi del mystery giapponese. La sua fase più prolifica coincide con gli anni dell’espansionismo nipponico, di cui possiamo individuare forti echi nelle sue opere, dalla satira contro l’esaltazione della produttività nella distopia presentata in Jūhachiji no ongakuyoku (Il bagno di musica delle diciotto, 1937) alla descrizione dell’interesse delle istituzioni per l’applicazione bellica delle nuove tecnologie nell’epopea burocratica di un inventore raccontata in Tokkyo tawan-ningen hōshiki (La formula brevettata dell’uomo multibraccia, 1941), sfociando infine in romanzi dal sapore più patriottico. Reclutato dall’esercito come scrittore di propaganda, dopo un’esperienza di due mesi rientra in patria per ragioni di salute, dove rimane profondamente scosso dallo scoppio delle bombe atomiche che decretano la definitiva sconfitta del Giappone. Muore di tubercolosi nel 1949.