L'aurora boreale

L'aurora boreale

Sahara
a cura di

pp. 1072, 1° ed.
9788829792016
Gli uomini procedono, pur faticosamente, nella direzione indicata dallo spirito che vuole farsi vittorioso sulla materialità, sospinti dalla loro essenza stellare, condivisa con il pianeta sul quale abitano, come rivela inequivocabilmente l’aurora boreale. I suoi bagliori, luccicanti nella fitta oscurità del polo nord, promanano infatti dal sole che la terra è riuscita a trattenere nel proprio interno quando è nata per distacco da questo stesso astro e mostrano altresì che essa brama a ricongiungersi al corpo infuocato in cui era inglobata: valendo pertanto quale simbolico monito a che i viventi, nonostante le rovinose cadute di individui e popoli verificatesi nella storia e protesi come devono alla completa attuazione della loro natura, continuino a lottare senza sosta per il primato dello spirito. Questo, scrive Luigi Garofalo nel contributo che apre il volume, il messaggio carico di speranza che Theodor Däubler affida ai fluviali e visionari versi del Nordlicht, in stampa nel 1910 a Monaco e riapparsi con modifiche tra il 1921 e il 1922 a Lipsia. Poco letti, hanno però avuto una risonanza tutt’altro che tenue fra gli intellettuali à la Carl Schmitt, antesignano nel celebrarli per la profondità del pensiero espressovi e la bellezza del conio ora epico ora lirico ritmato dalle rime ordinatrici. Dato il loro valore, testimoniato anche da Eugenio Montale, la collana «Firmamenti» ne propone la traduzione italiana. Basata sull’edizione di Lipsia, come questa è distribuita in due tomi, il primo dei quali, già uscito nel 2023 con le strofe di Mediterraneo, viene completato dal presente, che include quelle di Sahara. Entrambi preceduti dal libro che, sotto il titolo Autointerpretazione, oltre a contenere saggi sulla vita e la multiforme opera di Däubler, riprende nella nostra lingua il testo da lui concepito a chiarimento dell’architettura portante della sua grandiosa creazione, che andrà a corredarne la seconda stesura.

Autore

fu poeta e scrittore annoverabile nella schiera degli espressionisti. Nato nella Trieste austroungarica del 1876 da padre svevo e madre della Slesia, poco più che ventenne si trasferisce a Vienna con la famiglia. Trascorre il resto della sua vita, prima di ammalarsi irrimediabilmente, da bohémien peregrinante: Parigi, Berlino, la stessa Vienna, Dresda, Firenze, Roma, Ginevra e Atene sono le principali città in cui sosta, frequentando i salotti più ambiti, nei quali viene invitato per la sua forza trascinatrice dovuta a un’inesauribile foga declamatoria, e intessendo relazioni intense con esponenti di spicco del mondo della letteratura, dell’arte e del pensiero politico e giuridico. Avvilito dalla sorte toccata alle proprie opere, tra le quali svetta Das Nordlicht, muore in un sanatorio della Foresta Nera, povero e dimenticato da tutti o quasi, nel 1934.