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Drammi seri per musica

Drammi seri per musica

a cura di

pp. 544, 1° ed.
978-88-317-0606-3
La carriera del Goldoni serio comincia con la tragicomica vicenda di Amalassunta, derisa in un salotto milanese e illeggibile per i posteri, visto che nel 1733 l'autore furibondo la consegna alle fiamme del caminetto nella stanza che occupava all'osteria meneghina del Pozzo. L'attività prosegue col rifacimento di numerosi libretti vecchi per i teatri dei Grimani. Questo volume contiene i più importanti: Griselda che segna il celeberrimo incontro dell'avvocato con Vivaldi nel 1735; La generosità politica del 1736, tratta da un testo di Domenico Lalli e ripubblicata da Zatta col titolo Pisistrato; Tigrane del 1741, ricavato da Francesco Silvani e già inserito da Ortolani nelle sue monumentali edizioni. Fra il 1740 e il 1741 l'avvocato scrive tre pièces completamente nuove: Gustavo primo re di Svezia, Oronte re de' Sciti e Statira. Infine compare il suo misterioso Germondo, tramandato in due versioni: la londinese minor, molto scorciata per una rappresentazione al King's di Haymarket nel 1776, e la veneziana maior, uscita da Zatta nel 1794 e qui riproposta integralmente.

Autore

Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.