La fase recessiva che stiamo vivendo coglie la società e l'economia del Nord Est in una fase di passaggio e di trasformazione dei suoi fattori fondativi, accelerando processi che erano in corso già da tempo, ma il cui dipanarsi era troppo lento rispetto alle esigenze, in particolare di fronte all'improvviso scenario che si sarebbe verificato dopo la crisi finanziaria apertasi nel settembre del 2008. Gli indicatori economici evidenziavano già nel 2007, ben più di un anno prima dell'avvio conclamato della crisi, esiti positivi decrescenti, segnalando situazioni di difficoltà nell'economia. Poi, dalla fine del 2008 la recessione si abbatte inevitabilmente anche sul sistema produttivo locale e, di conseguenza, sui lavoratori e sulle loro famiglie. Questi eventi mettono ancor più in luce i limiti di uno sviluppo di tipo estensivo, evidenziano la strutturalità delle trasformazioni sociali e economiche in corso, ma anche la necessità di accelerare lungo i percorsi di uno sviluppo diverso dal precedente, dove le dimensioni della conoscenza, della qualità e dell'immaterialità assumono un peso determinante. Dunque, il Nord Est non è più caratterizzato dai fattori delle sue origini e nello stesso tempo è alla ricerca di nuovi equilibri, di una nuova fisionomia che consenta all'area di continuare ad avere una posizione di rilievo nell'economia globale: alla ricerca di uno sviluppo sostenibile e competitivo assieme.