Personalità di spicco della cultura italiana del secondo Ottocento, lo scapigliato Arrigo Boito (Padova 1842 - Milano 1918), intellettuale colto e raffinato ma anche ambiguo, malizioso e dissacrante come pochi, visse la propria vocazione melodrammatica come perno centrale di una battaglia per il rinnovamento dell'arte nazionale e per la sua apertura al panorama europeo. Questo libro esamina la librettistica boitiana seguendo un percorso che, accanto a estese considerazioni generali e a un'analisi delle strategie formali, si sofferma con diverse modalità d'approccio su sei drammi emblematici: Amleto, Mefistofele, Otello, La Gioconda, Pier Luigi Farnese e Iràm. Riforma del melodramma, valore del passato, esperienza giornalistica, rapporto col pubblico, impatto con Verdi e Wagner, poetica, drammaturgia, riscrittura, intertestualità, esoterismo e massoneria, invenzione scenica e strategie linguistiche e metriche sono alcuni dei temi affrontati per indagare la figura e la statura di Boito librettista e offrire nuovi spunti per una lettura a tutto tondo dei suoi drammi per musica.