"Questa è la nave - a quanto dicono gli Ateniesi - nella quale Teseo un tempo s'imbarcò per Creta, con quelle sue sette coppie di ragazzi: li salvò e si salvò. E ad Apollo promisero allora di mandare una processione a Delo, ogni anno, se si fossero salvati: e da allora la inviano ogni anno, anche oggi, al dio" (Platone, Fedone, 58 a-c, trad. E. Avezzù). Il volume La nave di Delo raccoglie gli scritti più recenti della vasta produzione di Elisa Avezzù, i più utili per fornire idee, spunti di ricerca o di approfondimento agli studiosi ma anche i più adatti per offrire a chiunque la percezione di una ricchezza umana e ideologica di grande valore. Il libro è diviso in quattro capitoli. Percorsi omerici apre un ventaglio di "possibilità" e quindi nuovi percorsi di indagine nell'ormai vastissimo ambito degli studi sull'epica antica. Profili di donne riunisce aspetti inconsueti del "femminile" greco, dall'oscura cortigiana Neera, protagonista di un'orazione di Demostene - a Ipazia, filosofa e martire delle sue idee, della quale solo oggi si va riscoprendo l'emblematica storia - a Fedra, la tragica regina travolta dalla passione amorosa, figura ricorrente nell'opera della poetessa russa Marina Cvetaeva. Fondamentale per la rigorosa applicazione metodologica, lo studio sui legami di parentela in Grecia che occupa il terzo capitolo (Legami di sangue); è la parte più difficile, ma preziosa per il contenuto, per il dominio della tecnica interpretativa e il valore ineccepibile dei risultati. A chiusura del volume, Il processo a Socrate, interpretazione della celebre Apologia platonica, in cui il mitico filosofo difende il suo operato la sua coscienza la sua vita davanti al popolo di Atene: un'analisi distaccata e antiretorica ma estremamente acuta e ricca di suggestione. Ne La nave di Delo il passato rivive attraverso un gioco di rimandi e di analogie con il presente e nello stesso tempo rivela la fissità esemplare della sua lontananza.