Ancora non era conclusa l’edizione di Firenze delle Commedie, quando Carlo Goldoni avviò in Venezia, per i tipi di Francesco Pitteri, la stampa del Nuovo teatro comico, con cui offriva ai lettori la produzione per la sala del San Luca. Nella sua inesauribile progettualità, Goldoni ricorse a strategie editoriali sempre nuove; per la Pitteri decise che le pagine a stampa rispecchiassero i riti della scena e si aprissero, quasi fossero delle quinte, sulla vita della troupe. Teresa e Pietro Gandini, Caterina Bresciani, Francesco Rubini, Giuseppe Antonio Angeleri, e poi Pietro Rosa, Antonio Martelli, Giustina Campioni e altri attori con loro sono protagonisti, con il nome d’arte, delle introduzioni alle recite del ’53, del ’54 e del ’55. Una volta riunite le tre brevi pièce, rappresentate nel quarto d’ora prima dello spettacolo, formano un’altra commedia la cui trama racconta delle tribolazioni della compagnia del San Luca. Insieme con le introduzioni anche i ringraziamenti recitati dalla prima donna dopo le commedie, gli addii in chiusura delle stagioni teatrali, svoltesi a Venezia o nelle piazze di terraferma, ci restituiscono immagini vive della scena. Si tratta di testi “minori”, che in molti casi non fanno parte delle pagine liminari della Pitteri; giunti a noi attraverso copie manoscritte, opuscoli, fogli sparsi, colonne della «Gazzetta Veneta», sono testimoni preziosi di circa un quindicennio speso da Goldoni per la riforma della commedia e per la sperimentazione di nuovi generi teatrali.