Introduzioni, Prologhi, Ringraziamenti

Introduzioni, Prologhi, Ringraziamenti

Prefazioni e polemiche II
a cura di

pp. 272, 1° ed.
978-88-317-0746-6
Ancora non era conclusa l’edizione di Firenze delle Commedie, quando Carlo Goldoni avviò in Venezia, per i tipi di Francesco Pitteri, la stampa del Nuovo teatro comico, con cui offriva ai lettori la produzione per la sala del San Luca. Nella sua inesauribile progettualità, Goldoni ricorse a strategie editoriali sempre nuove; per la Pitteri decise che le pagine a stampa rispecchiassero i riti della scena e si aprissero, quasi fossero delle quinte, sulla vita della troupe. Teresa e Pietro Gandini, Caterina Bresciani, Francesco Rubini, Giuseppe Antonio Angeleri, e poi Pietro Rosa, Antonio Martelli, Giustina Campioni e altri attori con loro sono protagonisti, con il nome d’arte, delle introduzioni alle recite del ’53, del ’54 e del ’55. Una volta riunite le tre brevi pièce, rappresentate nel quarto d’ora prima dello spettacolo, formano un’altra commedia la cui trama racconta delle tribolazioni della compagnia del San Luca.  Insieme con le introduzioni anche i ringraziamenti recitati dalla prima donna dopo le commedie, gli addii in chiusura delle stagioni teatrali, svoltesi a Venezia o nelle piazze di terraferma, ci restituiscono immagini vive della scena. Si tratta di testi “minori”, che in molti casi non fanno parte delle pagine liminari della Pitteri; giunti a noi attraverso copie manoscritte, opuscoli, fogli sparsi, colonne della «Gazzetta Veneta», sono testimoni preziosi di circa un quindicennio speso da Goldoni per la riforma della commedia e per la sperimentazione di nuovi generi teatrali.
 

Autore

Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.