Ifigenia in Tauride

Ifigenia in Tauride

a cura di , traduzione di

pp. 256, 1° ed.
978-88-317-0769-5
Soltanto uno scrittore nel pieno della propria maturità e libertà artistica, come era il Goethe del viaggio italiano (1786-88), poteva misurarsi con il mito di Ifigenia e confrontarsi senza inibizioni con il testo di Euripide; con il coraggio di apportarvi varianti sottili e decisive, e di intervenire sul processo interiore di un'eroina già consacrata dall'antica tragedia. Goethe, infatti, non soltanto conduce tutto il dramma lungo il sentiero della parola e della riflessione etica, ma elimina un passaggio finale essenziale: nella sua Ifigenia la soluzione salvifica non viene più dall'intervento esterno della dea Athena, ma dall'azione morale della protagonista che, fedele alla legge scritta nel proprio cuore, può interrompere la catena di orrori e di violenza e sconfiggere l'idea arcaica di destino. È proprio questo il punto centrale dell'opera goethiana che questa edizione intende mettere a fuoco, contro una lunga tradizione interpretativa che ha fatto di Ifigenia l'icona della spiritualità cristiana e quasi l'anima bella della sensibilità pietista. Con l'Ifigenia in Tauride, da lui stesso definita «maledettamente umana», Goethe scrive, in realtà, una delle opere centrali del suo umanesimo alla vigilia della Rivoluzione francese: lasciando intravedere come l'azione morale possa tramutarsi in azione politica, come sia possibile leggere in senso umano la voce dell'oracolo, e come sia consentito sconfiggere la prepotenza del fato e la barbarie dell'antica maledizione. Ancora una volta Goethe prova ad affidare la salvezza a una figura femminile; a una donna che osa disubbidire e opporre al rigorismo maschile la strategia dell'ascolto e della parola.

Autore

L’entusiasmo per il genio di Shakespeare, l’approfondimento dei grandi temi della sensibilità borghese, l’esperienza diretta della vita politica e culturale di un piccolo ducato tedesco, il lungo viaggio in Italia, l’assidua attenzione agli sviluppi della Rivoluzione francese, il costante riferimento ai grandi esempi della civiltà classica e la fervida discussione con le espressioni più salienti della cultura del suo tempo: su queste basi Johann Wolfgang Goethe (1749-1832) costruisce i pilastri della letteratura tedesca moderna e con le grandi figure di Werther e di Egmont, di Ifigenia e di Tasso, ma soprattutto di Wilhelm Meister e di Faust, la eleva a Weltliteratur.