Rudyard Kipling (1865-1936), autore di memorabili raccolte di racconti, di poesie, delle storie di Mowgli il ragazzo lupo (
Il libro della giungla, 1894;
Il secondo libro della giungla, 1895) e di romanzi quali
La luce che si spense (1890),
Capitani coraggiosi (1897),
Stalky & Co (1899),
Kim (1901), è soprattutto il grande scrittore dell'Impero britannico in India, poiché, come dice T.S. Eliot, l'Impero è la questione di fondo di Kipling. Kipling - scrive ancora Eliot - non è ignaro dei difetti, dei torti dell'Impero britannico, ma è incrollabile la sua fede nell'idea imperiale, in ciò che avrebbe dovuto e potuto diventare: fede in un ideale e dunque non di questa terra, «un'idea di Impero relegato nei cieli». Una contraddizione - tra quell'ideale e la durezza, anche brutale, della realtà coloniale - che la narrativa di Kipling lascia spesso trasparire.