Il decantato “modello veneto”, o “del Nordest”, da qualche anno mostra la corda e piuttosto che un’occasione, come per un periodo era stato, si rivela un limite. È venuto il momento di affrontare un cambiamento profondo, che nei fatti è già operante da tempo, ma che per produrre i benefici necessari ha bisogno di essere promosso e gestito e non soltanto silenziosamente subito. Dalle infrastrutture alla politica, dall’economia alla cultura. E in un futuro non troppo lontano, la metropoli veneta e veneziana potrebbe non solo affermare di esistere, ma anche pretendere il proprio ruolo nello scenario del mondo globale. Lasciando alle spalle la mitologia autarchica del “piccolo è bello” e cogliendo invece la serie straordinaria delle opportunità a portata di mano.